lunedì 7 gennaio 2008

federica e Oliver


Sig.ra Susanna buongiorno, vorrei testimoniare la mia storia sui cani cosiddetti “pericolosi”.
Io nel tempo libero faccio volontariato in un canile di Roma.
Circa 1 anno fa, trovai legato, con una catena al cancello del canile, un magnifico American Staffordshire; purtroppo non poggiava una zampa posteriore sicuramente per le botte ricevute, era completamente terrorizzato, ma allo stesso tempo di una dolcezza infinita.
Lo misi in un recinto disponibile e da lì iniziò la nostra storia….!
Tutti i volontari erano preoccupati dall’arrivo di questo nuovo cane, sia per la gestione che per la relazione con gli altri cani; lui si presentava schivo, dai lineamenti molto duri, scavato nel volto, con le orecchie tagliate, diciamo che non era molto rassicurante. Tranne che per me, lo avevo trovato, lo avevo accarezzato e da subito si era creato un legame speciale.
Cominciai a seguirlo personalmente; per non fargli sentire troppo il peso del canile, ogni volta che facevo il turno lo portavo fuori al guinzaglio, naturalmente è stata dura, perché lui scappava ogni volta che avvicinavo una mano su di lui, sicuramente il suo passato non sarà stato dei migliori.
Ogni giorno migliorava, ed anche gli altri volontari iniziavano a prendere confidenza con lui; passavano i mesi e lui ogni volta che mi vedeva impazziva letteralmente ed io mi legavo sempre di più.
Molta gente veniva in canile per lui, ma appena lo vedevano lo scartavano immediatamente, naturalmente per la nomina di “cane pericoloso”.
Premetto che a casa dei miei genitori dove ancora vivo in attesa di finire la nuova casa, ci sono altri 2 cani: un maremmano di 16 anni e una femmina meticcia.
Io naturalmente tormentata dall’idea di questo cane in canile, iniziai dopo qualche mese a prenderlo per il fine settimana, lui era strafelice di stare con me, ma allo stesso tempo aveva talmente tanta paura che dormiva nella mia macchina, in quanto era l’unico posto che lo rendeva sicuro.
Quando il lunedì lo riportavo in canile, era tranquillo, perché tanto sapeva che lo avrei ripreso la settimana successiva…
Intanto la mia famiglia iniziava a conoscerlo, anche se avevano tutti paura di lui, così serio, così muscoloso con quest’aria così cattiva….
Avevano paura soprattutto per il maremmano ormai anziano; infatti i cani non entravano mai in contatto tra loro.
La cosa durò poco, ci fu una festività e portai il cane 4 giorni a casa; quando lo riportai in canile lui mi guardò dritto negli occhi ed io capii che non poteva più stare lì..…in quel momento mi aveva trasmesso tutta la sua tristezza.
Senza curami della mia famiglia, portai il cane a casa, iniziò a dormire in camera con me, praticamente era la mia ombra e fuggiva da tutti gli altri componenti della famiglia.
A casa non si poteva alzare la voce o prendere una scopa in mano che lui correva subito da me per farsi proteggere.
Decisi di dividere il giardino e separare i cani, così feci una bella recinzione per lui, naturalmente temporanea finchè non avessi cambiato casa e lo avrei portato con me.
La recinzione fu del tutto inutile perché la mattina seguente lo trovai insieme agli altri cani, sdraiato sotto il portico tranquillo, tranquillo.
In famiglia c’è stato un brivido di terrore per questa sua iniziativa, ma io comunque decisi di lasciare i cani insieme e vedere come finiva la cosa….
Morale:
- L’ho chiamato Oliver…
- si è completamente sottomesso al maremmano che nonostante la sua vecchiaia ha mantenuto il comando.
- Adora la femmina “Lilla”.
- Ama ogni componente della mia famiglia con continue dimostrazioni d’affetto.
- Io e lui siamo diventati una cosa sola.

Questo testimonia che nonostante un passato di violenza, questi cani, con l’amore di una famiglia riescono a recuperare, dimostrando un amore ed una fedeltà verso il proprio padrone unica.
Oliver è la cosa più bella che mi sia mai capitata.
Allego una foto, ne ho altre se volete ve le invio.

Federica
Roma

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