venerdì 4 gennaio 2008

Giuliana e Sasha






Questa è una causa che mi preme molto, e non solo perché possiedo un cane corso.
I molossoidi mi sono sempre piaciuti, anche prima di possederne uno, ho sempre ammirato la loro devozione al padrone, ho sempre guardato commossa il modo in cui passeggiano o corrono con il padrone e all’improvviso alzano il muso verso di lui, per guardarlo, per proteggerlo, per dirgli con gli occhi quanto sono fortunati a stare con lui.
L’aspetto dei molossi talvolta può incutere timore, come può incutere timore la vista di un ragazzo con un po’ di muscoli, vestito da “duro” è esattamente la stessa cosa, ma queste creature bisogna prima conoscerle prima averne timore, a priori.
I molossoidi e tutti i loro incroci sono cani affidabili, affettuosi, ed ognuno di noi dovrebbe possederne almeno uno.
La prima regola è che il padrone non sia uno stupido, ma questo è ovvio, non si prende un cane “importante” solo per darsi un tono, o sembrare più forti; il molossoide è un foglio bianco, su cui il padrone ha il compito e soprattutto la responsabilità di scrivere dei codici comportamentali idonei alla nostra società, solo in questo modo si riuscirà a convivere con questi cani e soprattutto si darà loro la possibilità di socializzare con il mondo circostante.
Socializzare, il passo principale affinchè il cane possa reprimere la sua aggressività trasformandola in curiosità verso il mondo.
Il mio cane corso, Sasha, tra 8 giorni compirà due anni, la prima volta che lo portai in un parco pubblico, a contatto con altri cani, l’avevo appena preso dall’allevamento, aveva quattro mesi, era già 18 kg, ricordo ancora come entrò in quel recinto dove c’erano tanti cani liberi, era fiero, eretto, sembrava una piccola pantera, mi guardava come a dire:tranquilla, sei con me, ti proteggo io da tutti; si mise a giocare con un rotweiller adulto di circa 50 kg, dopo un po’ iniziò a manifestare il desiderio di dominarlo, lui, un rotolino di quattro mesi, contro un rotweiller di due tre anni! La seconda volta al parco trovammo un boxer maschio fuori taglia, che non appena lo vide, prese la decisione di dargli una dritta, e Sasha, secondo il codice dei cani si mise a pancia in su in segno di sottomissione. Questo per spiegare l’importanza della socializzazione, se io non l’avessi fatto socializzare da piccolo magari a quest’ora sarebbe un po’ aggressivo, o magari no, ma questo va fatto con tutti i cani, non solo con i molossoidi.
Un’ altra regola da seguire è portarlo in giro, fargli vedere le persone diverse dai padroni, le persone di colore, i bambini gli anziani, gli invalidi sulle sedie a rotelle, le automobili, le moto, i treni, tutte le cose che non rientrano nel quotidiano devono comunque essergli familiari.
Non credo di dovermi dilungare troppo in questi dettagli, perché le persone che hanno intrapreso questo iniziativa sono persone esperte che sanno tutto su questi cani, quello che voglio rendere pubblica è invece la mia testimonianza come proprietaria di un molossoide; Sasha mi ha riempito la vita, e con lui faccio tantissime cose, si va al ristorante, si va nei negozi, si va in vacanza in albergo o in appartamento, e non abbiamo mai avuto nessun problema, ovvio lui è un cane educato, al ristorante se ne sta buono sotto il tavolo, in auto dorme o guarda fuori dal finestrino, ma questo perché è stato abituato, fin da piccolo. I nostri amici quando vengono a cena sono felicissimi di stare con lui, lo coccolano senza paura, nonostante la mole, e persino quelli che all’inizio erano un po’ titubanti, ora non hanno nessun timore, del resto come si potrebbe, ma avete mai guardato negli occhi un molossoide? (e non parlo solo degli occhini languidi del mio Sasha).
Io e mio marito non abbiamo figli,ma a casa nostra vengono spesso i figli degli amici, in particolare la mia nipotina, che ora ha 5 anni, da piccola aveva paura dei cani, nel palazzo dove vive c’è un barboncino nero, e lei non riusciva assolutamente a prendere l’ascensore, se dentro c’era questo cagnolino; la prima volta che ha visto Sasha era un po’ intimorita, ma col passare del tempo (e nemmeno molto, in quanto abita in un’altra città e purtroppo non ci vediamo spesso) la sua paura è sparita, ora lei lo accarezza, lo bacia, lo tiene al guinzaglio, e lui la tratta diversamente rispetto a noi, con lei è molto più dolce e cerca di essere più delicato, nelle sue manifestazioni di affetto, visto che pesa il doppio di lei.
Dallo scorso agosto in famiglia è entrata anche Cisba, un incrocio boxer e pointer, di quattro anni, femmina, l’abbiamo presa per fare un po’ di compagnia a Sasha, noi lavoriamo e lui stava parecchie ore solo in giardino, adesso è molto più felice con la sua nuova amichetta, come in quasi tutte le coppie, ora è lei la padroncina di casa, lui le permette tutto, se lui sta bevendo e lei arriva all’improvviso per bere, lui le cede il posto, da vero cavaliere, le permette di stare sulla sua brandina (a loro in realtà è concesso anche di stare sul divano) e quando giocano lui cerca di essere delicato, visto che lui pesa 44 kg e lei 26!
Io andrei avanti ad oltranza, a parlare dei miei cani, spero tanto che le mie testimonianze possano essere utili a questa campagna di sensibilizzazione, tengo a far notare soprattutto quanto sia immensa la fedeltà dei molossoidi al padrone, non so se quello che sto per dire sia giusto o pubblicabile, e comunque non vorrei dare adito ad episodi di violenza e ribellione, ma credo che in una società come la nostra, fatta di crimini e soprusi verso le persone più deboli, o verso persone agiate economicamente ma indifese, il fatto di possedere un molossoide trasmetta comunque una sicurezza, anche solo psicologica, al padrone, io credo che i fatti di cronaca che recentemente hanno occupato le prime pagine dei giornali non sarebbero accaduti se le vittime avessero avuto in casa un cane di un certo tipo.
Allego foto della mia vita quotidiana con i miei cani come testimonianza visiva di quanto ho appena esposto, e ringrazio immensamente coloro che hanno intrapreso questa iniziativa e tutte le persone che invieranno le loro testimonianze.

Saluti
Giuliana G.



Bologna

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