giovedì 3 gennaio 2008

Silvia Pietro e Brutus






Ho visto un salamotto tigrato, con occhioni languidi, tutto abbandonato in braccio a quell’omone! Cercava famiglia, l’ultimo della cucciolata. Ho visto solo quello, non ho visto un cane potenzialmente pericoloso, non ho visto un cucciolo figlio di un cane corso (madre) e di un mix boxer-pitbull (padre), ho incontrato Salsiccia (ora Brutus) e non ho resistito. In quel periodo aspettavo di trovare il cane giusto per noi: femmina, taglia piccola, abbandonata e bisognosa..dovevo solo aspettare l’imminente trasloco. Aveva due mesi e mezzo, già 10 kg, con delle zampe da elefantino che non facevano che presagire una stazza non indifferente e tutti che mi ammonivano: un tris di molossi, ma cosa stai facendo, che fine faranno i tuoi furetti..Già, le piccole pesti che avrebbero dovuto dividere la LORO casa con lui, chissà che fine avrebbero fatto..Un cane ingestibile, un cane pericoloso..Ma mi consolavano i consigli di un amico, allevatore amatoriale di corsi e.. di furetti: SOCIALIZZARE, parola d’ordine, socializzare!
Brutus è cresciuto, ora è 41 kg, ha tre anni ed è il nostro cane mutanda (nel senso che potendo, ti vivrebbe addosso come una mutanda!) ma anche un ottimo compagno di giochi per i furetti (e di cuccia anche se non riesce a farsi una ragione del fatto che non entra tutto nella cuccia per gatti assieme a loro!) ed è una via di mezzo fra un fratello ed un tappeto giochi multiattività per il cucciolo umano di 15 mesi che nel frattempo si è aggiunto alla famiglia. Brutus ha istinto predatorio zero, al di là dei suoi piccoli amici di casa (furetti e bimbo o la bassottina dei nonni che lo taglieggia), l’ho visto giocare delicatamente con rane, insetti e raccogliere e consegnarmi con grazia uccellini caduti dal nido, con quella mascella capace di sgretolare in pochi secondi rami, pigne e ginocchi di bue. Brutus si accoccola fiducioso addosso a chiunque gli offra due carezze anche per strada, è felice per tutti gli ospiti che vengono in casa (a quattro o due zampe), delira per un’oretta in area cani..E’ felice di quel pupetto che si è aggiunto in famiglia, perché non è mai stato escluso, anzi! Da quando c’è Pietro prende coccole in più, per un bel po’ si è goduto la mamma a casa, ha appoggiato il testone sulle mie ginocchia mentre allattavo e da quando il bimbetto ha cominciato a gattonare, ha un nuovo compagno di giochi per terra, si sdraiano e si rotolano assieme, per non parlare di quel posto di privilegio di fianco al seggiolone, o del fatto che Pietro ha deciso che il cibo va diviso col suo fratello peloso Bvuè..Ed a Pietro è concesso tutto, ma proprio tutto, anche se la mamma sgrida Pietro continuamente, soprattutto quando decide di imboccare LUI PERSONALMENTE Brutus dalla sua ciotola, una crocchetta alla volta! E Brutus la sera chiude gli occhi in pace solo quando anche Pietro va a letto.

E Pietro quando vuole uscire prende il guinzaglio e cerca di metterlo a Brutus..e quando Pietro torna dall’asilo cerca il suo Bvuè per dargli il biscotto della sera, e poi corre al bidet per far bere il cane con l’acqua corrente che gli piace tanto (ehm, spesso beve anche Pietro con lui, bimbo a monte e cane a valle, madre snaturata!) e tuttora fatico a far capire al bambino che un cagnone di tre anni non ha bisogno del prezioso ciuccio che lui gli offre con aria solenne!Ma davvero non c’è rosa senza spine! Ora sembra un sogno, ma per un bel periodo ho pensato di doverlo cedere, mi ha fatto piangere, ammattire, disperare..Il problema c’era, e pure grande, si chiamava ANSIA DA SEPARAZIONE. Brutus ha letteralmente distrutto un appartamento (mobili tutti, porte, finestre, barriere, muri..), Brutus piangeva ininterrottamente quando uscivamo di casa, Brutus ha cercato più volte di buttarsi dal balcone per raggiungermi. Avevo sbagliato tutto, per ignoranza, per troppo amore. Brutus sin da cucciolo era il cane perfetto, mai fatto un danno, mai toccato quello che non doveva, e quindi non era mai stato isolato, non avevo mai dovuto mettere paletti, ma verso i 6 mesi è cominciato il dramma: non era in grado di star da solo, non sapeva gestirsi..Con quelle mascelle e quella mole in 4 ore riusciva a creare tanta devastazione che è difficile da credere e da descrivere. Ho vissuto 4 mesi da panico, delirio, ad uscire ogni mattina con quei tremendi ululati nelle orecchie e rientrare raccogliendo i cocci della casa e le lamentele, poi minacce, dei vicini..Stavo per mollare, ma non ho mollato..Tre comportamentalisti, farmaci e tanto esercizio, un trasloco, un bel giardino sicuro per quando siamo fuori casa, mi hanno restituito un cane speciale, un cane che non è UN CANE, ma è Brutus, come pensa mio figlio che non riconosce in lui un cane, nome comune di animale, ma solo come nome proprio “BVUE’”!Adesso Brutus sa stare da solo, non è più la nostra ombra,anche se non c’è nulla di più bello per lui che stare tutti vicini-vicini per terra, ammucchiati, oppure farsi spazzolare a lungo o sonnecchiare con Pietro addosso. La sera ci accompagna a letto, e poi va a dormire nella sua cuccia, tre piani sotto e la mattina, quando siamo pronti per andare a lavorare, se ne va da solo (vabbè, qui si bara..ci va in compagnia di un bell’osso!) in giardino..Certo, un piccolo ululato se stiamo via troppo, lo lancia..quando andiamo in vacanza o siamo ospiti, non ci fidiamo a lasciarlo troppo da solo, ma è un prezzo che si può pagare per questi 40 chili di amore puro!Io non so se sono stata fortunata con questo tri-molosso, ma confrontandomi con altri proprietari di questi cani “temibili”, ho ritrovato le stesse problematiche, il bisogno estremo di essere resi PARTECIPI, di non essere mai esclusi di questi cani, che, del resto, se educati con gioia sin da cuccioli al resto del mondo (persone, altri cani, animali vari), dimostrano spesso grande entusiasmo per la vita di relazione anche esterna alla propria casa (ma ci vuole tempo e pazienza anche per questa fase dell’educazione, con tutti i cani, chiaro!). Temo invece che la fama dei molossi di terribili, aggressivi guerrieri, li destini in case non adatte a loro (e forse a nessun cane!). Vengono scelti per essere relegati in fabbriche, magazzini, giardini, dove non hanno contatti e dove imparano malamente a gestire una vita da soli e non dubito che il panico da separazione che ho letto negli occhi di Brutus, se trascurato, possa trasformarsi in paura, poi rabbia e aggressività.Sarà così? Sarà solo il mio deliro d’amore per Brutus? Sarò stata solo fortunata? Qualsiasi sia la risposta, è ingiusto condannare cani solo per la razza o la tipologia, come è altresì terribile che si pensi che si possa prendere un cane, anche il più “innocuo” “da compagnia” e si pensi di essere già “nati imparati”. La responsabilità di un altro essere vivente che dipenda da te, ti IMPONE di imparare a capirlo e di informarti e di porre rimedio in caso di problemi, così ho fatto da proprietaria di cane, così ho fatto da madre.Silvia

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